Diario del Jordan Trail


Little Petra

È una giornata corta con pochi chilometri davanti a noi. Partiamo con calma e teniamo un passo lento e tranquillo. I paesaggi sono incredibili. Montagne dalle forme arrotondate, levigate dall’acqua. Colori meravigliosi che continuano a variare. La traccia è vaga anche oggi. Spesso è difficile capire dove andare e un paio di volte ci troviamo fuori traccia, bloccati da enormi massi. In certi punti è impossibile trovare un’apertura e siamo obbligati ad arrampicarci. In un paio di occasioni devo togliere lo zaino, passarlo in alto a Marco, e poi issarmi di peso sul masso superiore. Insomma… non è facile 😰…

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Ma dove cavolo stiamo camminando? 😰

La mattina, all’alba, smontiamo velocemente la tenda e ripartiamo. I primi chilometri sono pianeggianti ma complessi. Rocce rocce e ancora rocce. Finalmente raggiungiamo quella che sulla mappa è indicata come una mulattiera. È in salita, ma finalmente c’è una flebile traccia da seguire. L’euforia dura poco. La traccia sparisce e ci troviamo nel mezzo di rocce e massi. Rocce nel wadi, rocce in salita, massi enormi e rocce sciolte. Sembra il risultato di una frana. Eppure siamo sul “sentiero” giusto perché di tanto in tanto incontriamo passaggi “rinforzati” dall’intervento umano. In alcuni punti bisogna aiutarsi con le braccia per risalire…

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Polizia segreta o falsi poliziotti? 😰

Stiamo per montare la tenda quando in lontananza sentiamo un rumore non naturale. Ci vogliono alcuni minuti prima di capire che è il rombo di un motore. Un motore che lentamente si avvicina. Dal letto del fiume secco vediamo uscire una vecchia jeep tutta sgangherata. La jeep si ferma. Scendono due persone e subito ci dicono che qui non si può campeggiare. Noi spieghiamo che stiamo percorrendo il Jordan Trail e questa è una delle zone indicate sulle loro mappe per campeggiare. “No. Qui non si può. Dovete tornare in paese!” Ah beh.. ovvio.. dietro l’angolo il paese!! “Vi portiamo…

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Dana Biosphere Reserve

La mattina decidiamo di partire. È una sezione molto isolata, senza sorgenti o possibilità di trovare acqua per due giorni, motivo per cui abbiamo gli zaini carichi d’acqua. La discesa verso la Dana Biosphere Reserve, un’immensa riserva naturale nel cuore della Giordania, è meravigliosa. Uno dei paesaggi più belli del Jordan Trail. Rocce rosse, verdi, bianche. Strane formazioni rocciose. Lo sguardo continua a perdersi nell’osservare il paesaggio. È incredibile 😍 Sembra di essere stati catapultati in un’era preistorica, e la leggera nebbiolina rende il paesaggio ancora più incantata. Manca solo di vedere un dinosauro che ci viene incontro nella valle.…

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Andare o non andare? 😕

Quando diciamo al gestore dell’hotel che domani vogliamo scendere nella vallata e iniziare il trail che unisce Dana con Petra, lui si agita, sbarra gli occhi e ci dice “Noooo!!! Noooo!!! Proibitoooo!!!” E ci spiega che la polizia turistica, dopo le recenti alluvioni, ha vietato tutti i trekking. E adesso? 😱 Contatto la Jordan Trail Association, la quale ci dice di chiamare la Polizia Turistica. Stessa risposta: “Noooo!!! Nooooo! Proibito!!!” Ma non ci sono temporali in arrivo. E qualunque sezione io chieda di fare mi dicono di no. “Fino a quando?” chiedo io. “Domani no! Dopodomani no!” mi rispondono. “E…

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Ed eccoci a Dana 😍

Ed eccoci a Dana Ci prendiamo una giornata di riposo a Ma’tan, in un piccolo ecolodge a fianco di vecchie rovine ottomane. Grazie a fondi olandesi e americani, un team di archeologi e architetti stanno recuperando queste rovine, ricostruendo alcune delle abitazioni cercando di mantenere intatta l’architettura del villaggio. La mattina partiamo per l’ultima tappa della Sezione 6 del Jordan Trail, che ci porterà a Dana. Il sentiero inizia con una discesa impegnativa, seguendo una “vecchia mulattiera” (così dicono le note del Jordan Trail). Riusciamo a seguire la mulattiera per circa 200 metri… poi sparisce. Solo rocce sciolte, alta pendenza, e…

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Mangia… mangia… per favore… mangia… 😂😂

La mattina partiamo presto, all’alba. È una tappa con molta strada, senza paesaggi degni di nota. Il vantaggio della strada è che si cammiba veloci. Si macinano chilometri a velocità incredibile. Dopo poche ore attraversiamo una cittadina molto grande, con ristoranti e nogozi dove fare rifornimento di cibo. Ci fermiamo a mangiare e riposare. Vado in bagno e quando esco, fuori dalla porta, c’è una ragazza che mi aspetta e mi porge dei fazzolettini per asciugarmi le mani. Inizia subito a parlarmi in un ottimo inglese. Mi dice che studia inglese e letteratura all’università, che è proprio nella via accanto.…

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Che fatica 😰 …ma che meraviglia 😍

La mattina partiamo tardi. Le previsioni meteo sono incerte, non si capisce se il temporale sia passato o ci siano altre perturbazioni in arrivo. Il cielo sembra sereno, solo qualche nuvola in lontananza. Ma è tutto così rapidamente variabile… Quando infine decidiamo di partire sono ormai quasi le dieci. Pessima scelta 😔 Non per il meteo, ma per le ore di luce a disposizione. Il paesaggio della tappa odierna è molto bello. Una vallata dai colori incredibili, con a valle un’oasi verde e lussureggiante, attraversata da un fiume carico d’acqua. La discesa è facile, seguendo un vecchio sentiero 4×4 abbandonato.…

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Ancora temporali? 😱

La partenza da Karak è molto bella, con bellissime vallate davanti a noi. Dopo una discesa tranquilla a valle si comincia a risalire, ma gradualmente. È una giornata relativamente facile, accompagnata da un bel sole caldo e un vento gelido. Al sole si suda, all’ombra si trema per il freddo. Siamo quasi a fine tappa quando all’improvviso ci troviamo sotto un nuvolone nero, carico di pioggia. Due gocce, quattro gocce… il tempo di togliere i poncho e siamo già fradici 😱 In lontananza vediamo una fattoria. Acceleriamo il passo, ma prima di raggiungerla inizia a grandinare. Saranno 400 metri? Sotto…

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