Narrando delle fatiche fatte per mandare i bambini a scuola mi è tornato alla mente un episodio che ha del surreale e che devo raccontarvi 😔
Le divise scolastiche dei bambini prevedono una felpa in lana con cucito il logo della scuola. Ordiniamo quindi dieci maglie, con relative taglie adatte ai bambini.
Dopo varie settimane il sarto non ha ancora concluso il lavoro, e mancano pochi giorni all’inizio della scuola.
Cominciamo a temere che non faccia in tempo a realizzare i prodotti. Ma ogni volta che passiamo per chiedere notizie sull’avanzamento dei lavori riceviamo un semplice sorriso e un “No Worry! No worry!”.
Va beh, non preoccupiamoci 😐
Finalmente, la mattina prima dell’inizio della scuola ci avvisano che le felpe sono pronte. Possiamo andare a ritirarle.
Insieme a Gopal ci dirigiamo verso il cortile della scuola per incontrarci con il sarto e i suoi collaboratori per la consegna delle felpe.
Tutto sorridente e felice il sarto ci consegna le dieci felpe.
Io, sempre troppo pignola, apro i sacchetti per controllare il lavoro fatto e mi accorgo che le taglie sono completamente errate 😐
Non ci sono le taglie per i bimbi più piccoli e mancano quelle per i bimbi più grandi. Babita, che ha 13 anni, non entrerà mai in queste felpe. Sono troppo piccole 😐
Il sarto continua a sorridere, fa un po’ di inchini e comincia con la solita solfa “No worry! No problem!”
“No problem, in che senso?” chiede Marco “Riesci a cambiarci le felpe e darcele della misura giusta?”
“No possibile, no possibile” risponde il sarto, sempre sorridendo.
“E quindi? I bambini a cui la felpa va troppo piccola come fanno? È inverno! Non possiamo farli andare a scuola solo con la camicia!!!” dice Marco.
“No worry, no worry” e continua a sorridere.
Marco invece non sorride più e gli vedo la vena pulsare.
Mezz’ora di trattative educate non portano a nessuna soluzione.
“No worry un cavolo” (versione soft tradotta da me 😂) “I bambini domani iniziano la scuola e hanno bisogno delle felpe della misura giusta. Non possiamo mettere una XS a una bambina che necessita di una L.” cerca di spiegare Marco.
“No possible. No worry. Small ok. No possible big” sembra un disco rotto. E continua a sorridere tutto felice 😐
Oltre a lui ci sono i suoi collaboratori e anche loro tutti felici sorridono.
Marco invece non sorride.
Si avvicina al sarto. Lo prende per le spalle e lo alza dal suolo. “Per stasera io voglio le felpe della taglia giusta! I bambini non li mandiamo a scuola con la camicia a prendersi una polmonite. È chiaro?”
Il sarto, a mezzo metro da terra, continua a sorridere e a ripetere “No possibile”.
Ma che cavolo continuano a sorridere? Stai per essere menato e ridi? 😐
L’unico che non ride è Gopal, che ha capito che Marco non sta scherzando.
E questi invece continuano a sorridere. Pazzesco 😐
Non so bene quale sia l’elemento che cambia le cose, ma di colpo il sarto smette di sorridere, diventa serio e pallido e cambia disco.
“Possible, possible. Tonight ready. Ready ready”.
Al che Marco gli permette di rimettere i piedi per terra.
Sarto e collaboratori portano via le felpe dalle taglie errate e fissiamo un appuntamento per la sera.
Passano le ore.
Eccoci pronti ad andare a ritirare le nuove felpe. Siamo un po’ preoccupati e convinti che il sarto non si presenterà. Ed invece, eccolo lì.
Ci porge le felpe per i ragazzi più grandi e queste, finalmente, sono della taglia giusta 😊
Poi ci pone le felpe per i bambini più piccoli e rimaniamo a bocca aperta. Sono le stesse felpe di stamattina, dove sull’etichetta, a mano, hanno corretto la taglia 😐
Non sappiamo se ridere o piangere 😐
Quanto meno abbiamo ottenuto una felpa per tutti, ai bimbi più piccoli starà un po’ larga… ma per oggi impossibile ottenere di più 😂😂
Nepal è anche questo 😂
Che pazienza 😂