Verso il fiume Bio-Bio

La mattina ritentiamo a bussare alla porta dei ranger, ma ancora non c’è nessuno.
Abbiamo un po’ di dubbi sulla strada da prendere. L’idea è percorrere un sentiero che ho trovato sulla mappa e che dovrebbe portarci a ricollegarci con la Greater Patagonian Trail. Ma le mappe sono sempre terribilmente inaccurate e inaffidabili. Ci serve qualcuno che conosca la zona per avere conferme.

Percorriamo gli ultimi chilometri verso l’uscita nord del parco nazionale. E capiamo perché il ranger non è presente.
All’uscita (entrata) c’è un cartello rosso che dice che il parco è chiuso per condizioni climatiche estreme e rischio di incendio 😐

Iniziamo a percorrere quello che la mappa indica come strada. In realtà è terra battuta, con tanti sassi, buche, e polvere. Tanta polvere. Qui può passare solo un 4×4. La strada è messa troppo male.

Percorriamo chilometri e chilometri senza incontrare nessuno. Passerà un’auto prima o poi? O troveremo una casa abitata dove chiedere info?

Finalmente, ecco arrivare verso di noi un’auto!!
La fermiamo e chiediamo indicazioni: ci dicono che la strada esisteva, ma poi è stata abbandonata. Ma a piedi dovremmo passare. Forse 😐

La mia grossa preoccupazione è il fiume Bio-Bio. Si può attraversare?
Ma qui ci tranquillizzano. Ci dicono che lì c’è un ponte “graaaaandeeee”…. ma proprio “graaaaandeeee”.
Sarà vero? 😂

Finalmente, stanchi, vediamo una casetta.
Ci fermiamo per chiedere un po’ di acqua e conferme sulla strada.
Una famigliola con un bimbo ci apre la porta. Ci danno acqua, ci confermano la presenza della strada, del ponte “graaaaandeeee” sul fiume Bio-Bio, mentre sul fiume successivo il ponte è crollato, ma si dovrebbe riuscire a passare a piedi in questa stagione, ci dicono.
Si chiacchiera un po’, ci offrono una pagnotta di pane caldina, appena sfornata 😋e noi gli regaliamo un po’ dei piñones che mi porto nello zaino.
E poi, ripartiamo.

Finalmente in lontananza iniziamo a vedere il fiume.
Qui sul Bio-Bio sono state costruite ben tre dighe con centrali idroelettriche.
L’acqua è ad un livello bassissimo, ma gli argini salgono almeno trenta metri. È impressionante.

Pochi chilometri dopo raggiungiamo quello che la mappa ci indica come “piccolo villaggio”. In realtà non c’è nulla.
In lontananza si vede una casa, e qui davanti a noi c’è una piccola scuola abbandonata.
Dietro la scuola c’è una stanzino di legno appena costruito. Quattro pareti, un pavimento, un tetto, una porta aperta… dentro tutto vuoto.

Si sta alzando un vento fortissimo.
La tentazione di dormire nella casetta di legno è forte. Ma se arriva qualcuno?
Ma chi può arrivare? Non c’è nessuno qui… eppure qualcuno l’ha costruita…
Siamo sempre così titubanti quando si tratta di proprietà private 😐
Mentre siamo seduti sugli scalini meditando cosa fare, in lontananza sentiamo il rombo di un motore.
Assurdo! Come un miraggio vediamo arrivare un pulmino, che va nella direzione opposta alla nostra.
Corriamo a fermarlo!!!
L’autista inizia a chiacchierare.
Anche lui ci conferma la strada.
Ci dice che due volte a settimana il pulmino percorre questa strada tra le cascine e il centro abitato.
Chiediamo per la casetta in costruzione… e lui ci dice che quella casetta è della “junta” e certo che possiamo dormire dentro. Assolutamente si!! 😉

A beh… adesso siamo più sereni. Qualcuno ci ha dato il permesso ad usare la casetta 😂Siamo più tranquilli 😂

E per fortuna… perché la notte, oltre al vento, scende un mezzo diluvio. Acqua a secchiate.
Per fortuna abbiamo un tetto sopra la testa, e non solo la tenda 😉

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