La mattina ci alziamo presto per cercare un passaggio e tornare sul Jordan Trail.
Stiamo iniziando la Sezione 4, considerata la più impegnativa e difficile di tutto il Trail, durante la quale si attraverseranno ben tre “wadi” (canyon/vallate) uno dopo l’altro.
Insomma… il solito scendere a valle e poi risalire 😂
Benvenuti in Giordania 😂
La discesa è impegnativa ma non tremenda. O forse sono i giorni di riposo che ci permettono di affrontarla con tranquillità. Rocce sciolte, rocce ovunque, pendenza… bisogna fare attenzione ad ogni passo, ma con buone scarpe e bastoncini da trekking è relativamente facile.
Arrivati a fondo valle siamo sorpresi dalla poca acqua presente. Non abbiamo neppure bisogno di togliere gli scarponi per attraversare.
Ed ora inizia la salita… lunga… rocce sciolte… ma meno difficile del previsto. E in poche ore siamo fuori dal canyon di Wadi Zarqa Maeen, lo stesso canyon dove due settimane fa 21 bambini sono morti a seguito di un “flash flood” (alluvione improvvisa).
Da qui si seguono piccole stradine su un altopiano, ma dopo pochi chilometri ricomincia la discesa verso un altro canyon.
Siamo indecisi se fermarci qui o proseguire e scendere, ma l’idea di dormire in fondo al canyon non ci attrae.
Il destino decide per noi: veniamo invitati a bere il té… e da cosa nasce cosa…
Marco viene invitato per un picnic in riva al Mar Morto, mentre io vengo assorbita nella parte femmininile della famiglia, con giochi, visione di album fotografici di matrimoni e stesura di henné su mani e braccia.
Pomeriggio moooolto particolare, per tanti piccoli dettagli che mi lasciano in parte sorpresa in parte imbarazzata.
Ci sono momenti in cui le usanze e le tradizioni locali sono difficili da capire.