Si riparte sul Jordan Trail… forse 😰

Siamo pronti a rimetterci in cammino sul Jordan Trail.
Ma… ha ricominciato a piovere 😱
Le previsioni meteo hanno annunciato forti temporali e acquazzoni; pertanto abbiamo dovuto aspettare che questa ennesima ondata di maltempo passasse.
In via preventiva Petra è stata chiusa al pubblico e noi da lì dobbiamo passare per riprendere il sentiero.

Finalmente la pioggia termina e la mattina successiva il cielo è blu. Si riparte 😊

Per la terza volta in una settimana rivediamo Petra. Ogni volta sembra diversa, con colori e sfumature di luce diverse.

Siamo già pronti ad avere “problemi”. Sembra che entrare a Petra con gli zaini con equipaggiamento da campeggio sia un problema, dal momento che campeggiare dentro Petra è proibito.
Abbiamo già pronta la lettera della Jordan Trail Association, ma sappiamo che inizieranno a fare telefonate, convocare la security, e chissà chi altro… e sprecheremo almeno un’oretta.

Eccoci qui. Il cancello è aperto, ma il metal detector da cui dovrebbero passare gli zaini è chiuso.
Facciamo gli indifferenti e passiamo dal cancello.
L’agente della sicurezza, addetto al controllo degli zaini, ci guarda con aria assonnata.
“Marco, fai finta di non vederlo! Tira dritto!”
Ma non serve. È lo stesso omino della sicurezza che fa finta di non vederci.
Ci vede, ci vede, e vede gli zaini, ma sbadiglia e si gira dall’altra parte, ignorandoci completamente 😂

Riattraversiamo il canyon che porta al Treasure di Petra e poi iniziamo a salire lungo infinite scalinate verso l’altare sacrificale. Altre tombe, sculture, rovine.
E pian piano ci lasciamo Petra alle spalle e ci troviamo immersi nel nulla.

I colori delle rocce continuano a variare. Giallo, verde, rosa.

Tutto procede bene seguendo il letto di un fiume abbastanza ampio.
Peccato che ad un certo punto il letto del fiume “crolla” davanti a noi con uno sbalzo di svariati metri. Una cascata. Secca in questo momento, ma comunque impassabile.

La traccia GPS ci fa arrampicare sul lato della montagna. Definisce questo passaggio “esposto” e non facile se si ha “timore dell’altezza”.
Sostanzialmente si cammina sul lato della montagna, su un sentierino largo 60/70 centimetri. Da un lato la montagna e dall’altro la “cascata” a strapiombo.

Ok. Laura, non guardare.
Cammina, guarda davanti e non guardare.
Non è pericoloso.
Basta non cadere e non succede nulla.

Laura, non guardare.
Laura, non guardare.
Cammina e non guardare.
Laura!!! Non guardare!!!

Guardo 😱

Merda!! Lo sapevo di non dover guardare😰

Dritto! Per quanto? Cento metri? Di più? Di meno? Non lo so 😱So solo che scende dritto in fondo alla cascata 😰
Se si inciampa qui non c’è nulla che frena la caduta.
Ma basta non inciampare? Giusto? 😰

Passata la cascata bisogna ridiscendere dalla montagna. Complesso. Le solite rocce, il solito “sentiero” inesistente, a cui oramai siamo quasi abituati.
Marco ormai ha sviluppato un buon occhio e senza seguire troppo fedelmente la traccia GPS ci riporta a fondo valle.

E da lì tutto procede bene e arriviamo nel punto stabilito per la giornata, dove recuperiamo acqua e cibo 👍

 

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