La mattina partiamo presto, appena fa luce.
Anche oggi si prospetta una tappa facile e pianeggiante nel deserto.
Siamo un po’ perplessi dalla traccia GPS del Jordan Trail per uscire dal deserto e alla fine decidiamo di seguire una nostra direzione e attraversarlo a modo nostro, senza seguire la loro traccia.
Dopo alcune ore sentiamo il rombo di un motore e vediamo un’auto arrivare dal nulla nella nostra direzione.
L’auto si ferma e, prima ancora di salutarci, l’autista scende dall’auto e ci da’ una bottiglia d’acqua.
La stessa scena si ripete alcune ore dopo.
In un terreno dove l’acqua non c’è, ricevere acqua è un dono gradito.
Anche oggi il terreno è facile e completiamo la tappa prima del previsto.
Proseguiamo o ci fermiamo?
Ed è qui che ci rendiamo conto di un dato importante 😱
Mancano solo DUE tappe al Mar Rosso, dove si conclude il Jordan Trail.
Se proseguiamo, domani saremo a destinazione 😱
Proseguiamo.
Ma ovviamente, da “troppo pochi” i chilometri diventano “troppi”.
Di tanto in tanto vediamo campi beduini, quelli veri. Oppure piccole “baracche” di latta e mattoni.
In teoria per queste due tappe non c’è acqua, ma nella realtà non mancano le persone a cui chiedere un po’ di acqua. Anzi… non serve neanche chiederla. Te la offrono ancora prima di chiederla 😊
Poi ci sono le “eccezioni”, dove al posto dell’acqua escono dalla tenda con due lattine di Pepsi gelata 😍
Scopriamo che la maggior parte degli abitanti di questa zona sono originari dell’Arabia Saudita.
Dieci chilometri in linea d’aria… lì c’è l’Arabia Saudita.
Gli ultimi quattro chilometri sembrano non finire più.
Un’oretta prima del tramonto arriviamo al “final camp”. Così è indicato sulla mappa. L’ultima “zona per campeggiare” prima del Mar Rosso.
Altri 20 km… solo altri 20 km… 😊