La mattina, all’alba, smontiamo velocemente la tenda e ripartiamo.
I primi chilometri sono pianeggianti ma complessi. Rocce rocce e ancora rocce.
Finalmente raggiungiamo quella che sulla mappa è indicata come una mulattiera.
È in salita, ma finalmente c’è una flebile traccia da seguire.
L’euforia dura poco. La traccia sparisce e ci troviamo nel mezzo di rocce e massi.
Rocce nel wadi, rocce in salita, massi enormi e rocce sciolte. Sembra il risultato di una frana.
Eppure siamo sul “sentiero” giusto perché di tanto in tanto incontriamo passaggi “rinforzati” dall’intervento umano.
In alcuni punti bisogna aiutarsi con le braccia per risalire i massi. È faticoso. Fisicamente e mentalmente.
Un piede appoggiato male e rischiamo di farci taaantoooo male.
Finalmente, con tanta fatica, arriviamo in cima.
Per fortuna la discesa è meno complessa della salita e pian piano scendiamo a fondo valle, nel wadi, dove finalmente troviamo una sorgente con acqua.
Ed è qui che incontriamo nuovamente il gruppo di canadesi con la guida, che ci invitano per una pausa té con loro.
L’uscita dal wadi è più complessa del previsto. C’è un piccolo fiumiciattolo, tante rocce e tanti alberi che bloccano il passaggio.
È un gioco di equilibrio, riuscire a proseguire senza restare incastrati tra i rami e non cadere con gli scarponi nell’acqua melmosa.
Usciti dal wadi non facciamo in tempo a tirare un sospiro di sollievo, che inizia l’ennesima salita “da capre”.
La vedi quella montagna? Ebbene… su dritti fino in cima.
Che fiatone 😰
Il paesaggio continua a cambiare. È veramente molto bello.
Ma siamo così concentrati a guardare dove mettere i piedi che il paesaggio diventa secondario.
Di tanto in tanto i canadesi, che senza zaino vanno più veloci di noi, si fermano per fare una pausa e ci aspettano.
Per fortuna… perché quando arriviamo nel punto in cui avevamo deciso di fermarci, dove dovrebbe esserci acqua, abbiamo una spiacevole sorpresa.
L’acqua non c’è.
La guida dei canadesi ci dice che lì lui non ha mai visto acqua, in nessuna stagione.
Ci propone di proseguire qualche altro chilometro e campeggiare con loro, in un punto dove a breve arriverà la loro auto con cibo e acqua.
Non abbiamo molte alternative. Proseguiamo.
Se non ci fossero stati loro?
Avremmo centellinato gli ultimi due litri di acqua che ci rimanevano. Avremmo avuto un po’ di sete, ma il clima non è più così torrido da creare problemi.
Siamo però felici di raggiungere il campo con i canadesi, incontrare nuovamente Eisa e passare una piacevole serata davanti al fuoco insieme a loro 😊