La mattina è difficile partire. Tentiamo più volte di salutare, ma ogni volta si ricomincia a parlare.
Abbiamo gli zaini in spalla, pronti ad uscire, e la moglie arriva con un succo di frutta da bere prima di andarcene.
Vogliamo anche un caffè?
Non arriveremo mai ad Aqaba di questo passo 😂
Finalmente una giornata con un po’ di ombra. Si attraversano tante colline verdi, con querce e ulivi. Tanti muretti in pietra, terra rossa e rocciosa.
Sembra quasi l’interno della Sardegna.
È il periodo della raccolta delle olive e spesso sotto gli alberi ci sono persone con enormi sacchi bianchi, concentrati nella raccolta.
E sotto un ulivo veniamo invitati a bere un té dalla madre dell’Imam della moschea del paesino, il quale ci raggiunge poco dopo insieme a fratelli e figli/e.
Ci racconta che nel villaggio c’è una moschea e una chiesa e che le due religioni coesistono in armonia.
Ci racconta anche di quanto basso sia lo stipendio di un Imam; i costi di un matrimonio e acquisto di una casa. Ci spiega che è ammesso avere quattro mogli, ma si deve essere nella condizione economica di dare una casa a ciascuna moglie, e poter mantenere loro e i figli. Motivo per cui, alla fine, quasi tutti hanno solo una moglie 😉
Sono belle queste pause fatte di incontri.
Ci permettono di riposare nelle ore più calde della giornata e fare conversarsioni interessanti con delle belle persone 😊
La sera decidiamo di mettere la tenda in una bellissima area pianeggiante tra gli uliveti.
Facciamo il fuoco e passiamo qualche ora tranquilla al tepore delle fiamme.
L’unica perplessità e timore per la notte sono i cani randagi. I racconti su lupi e cinghiali della sera precedente ci hanno un po’ preoccupati 😂