La mattina ci svegliamo con la parte esterna della tenda piena di umidità. Cerchiamo di asciugarla il meglio possibile, ma alla fine ci rinunciamo e la mettiamo via umida.
La tappa di oggi è impegnativa. Circa venti chilometri di montagna, di cui i primi sette massacranti.
Il sentiero inizia subito a salire… e continua a salire… lentamente lentamente… ma sempre in salita 😌
Per fortuna quasi tutta questa prima parte di salita è all’interno di boschi di lenga e araucania.
Finché, quasi all’improvviso, il bosco finisce e ci troviamo circondati da vallate che si perdono a vista d’occhio.
In lontananza si vede il Vulcano Lanin, in Argentina, con la sua vetta innevata.
Ancora un po’ di salita e ci troviamo al primo “passo”, a 1800 metri.
Qui in realtà deve esserci qualche problema di comunicazione, perché in realtà non siamo ad un “passo” bensí siamo proprio in vetta, sul cucuzzolo della montagna😀
Il paesaggio è incredibile. È così ampio e disteso in lontananza che le foto non riescono a catturare questa immensità.
Raggiunta la vetta il sentiero inizia a scendere.
Scendi scendi scendi… e poi cosa succede?
Ovvio!!! Devi risalire!!!
Infatti il secondo passo arriva a ben 2000 metri 😊
Per fortuna anche oggi incontriamo tantissimi ruscelli e sorgenti dove riposarci e rinfrescarci.
Incontriamo anche vari punti di sentiero coperti da neve ghiacciata.
E su uno di questi… Marco scivola… e riesce la rompere il terzo bastoncino da trekking di questo viaggio 😰
Considerata la sua svicolata, io preferisco prevenire.
Mi siedo direttamente sulla neve e mi lascio scivolare verso il basso per tutta la distesa di neve 😂
Arrivo in fondo con i pantaloni fradici, ma considerato il sole cocente devo dire che è stato divertente 😂
È una giornata bellissima. Cielo blu. Un leggero venticello. Fiumi gelidi e limpidi. Paesaggi bellissimi.
A rovinare l’atmosfera sono però tornati loro… i tafani 😱
Non uno… non due… decine 😱
Siamo circondati. Ci ronzano intorno e si poggiano ovunque. In testa, sul naso, nelle orecchie, sulle mani… ovunque. Sono un incubo 😱
Finché ci si muove la loro presenza è accettabile, perché fanno fatica a posarsi. Ma appena ci fermiamo veniamo presi di mira.
Ne uccidiamo a decine. A centinaia.
Ma sembra esista un algoritmo tale per cui ogni tafano che uccidi ne arrivano altri due a prendere il posto di quello morto.
È una tortura 😱
Passiamo più tempo ad uccidere tafani che a scattare foto.
Avevamo letto in alcuni blog di questo “problema”, ma mai avrei immaginato ce ne fossero così tanti.
Ora capisco anche perché ci sono così tante lucertole e sono tutte così belle cicciottelle 😂
Chilometro dopo chilometro ci avviciniamo alla destinazione di oggi: la Laguna Azul.
La vista dall’alto della laguna è magnifica. Acqua azzurra che sfuma verso il verso sulla riva.
Bellissima!!!
Ci aspettano un po’ di chilometri in discesa, ed eccoci al bordo della laguna.
Scatto qualche foto, mi metto la giacca e il cappello (non per il freddo ma per proteggere la pelle dai tafani), cuciniamo e mangiamo rapidamente… e facciamo esattamente ciò che hanno fatto le persone dei blog che abbiamo letto: ci rintaniamo in tenda per evitare i tafani 😱
Fuori il sole tramonta sulla laguna.
Uscire dalla tenda per fare una foto? Non ci penso proprio 😂