La notte ha piovuto e altri temporali sono in arrivo. Al momento il cielo è blu, ma per il pomeriggio altre piogge sono attese.
Ci troviamo di fronte ad un grosso dilemma: scendere in fondo al Wadi Mujib e poi risalirlo, seguendo la traccia del Jordan Trail oppure improvvisare e seguire una traccia alternativa che ci permetta di aggirare il Wadi, senza scendere a fondo valle?
Il rischio di “flash flood” è alto.
Riceviamo anche un messaggio dalla Jordan Trail Association che ci avvisa dei temporali in arrivo, con conseguente avviso di fare attenzione ai canyon.
Non ha senso rischiare.
Quasi sicuramente non succederà nulla, ma è troppo rischioso trovarsi nel canyon con i temporali, con la possibilità che una valanga di acqua e fango riempia in modo improvviso il canyon. È successo due settimane fa. Può risuccedere in ogni momento.
È da stupidi rischiare. E in ogni caso non credo che il sindaco ci permetterebbe di andare. Continua a dirci che è troppo pericoloso e non si può andare.
Siamo quindi obbligati a staccarci dal sentiero e seguire la strada, molto più lunga e tortuosa, che aggira il “wadi” e ci porta fino alla diga, stracolma di acqua.
In certi punti si hanno delle viste meravigliose di Wadi Mujib, forse addirittura più belle dall’alto che dall’interno. È maestoso e imponente.
Capisco perché lo definiscano “il Gran Canyon della Giordania”.
Con questa deviazione abbiamo aggiunto parecchi chilometri alla traccia e la sera siamo stanchissimi, ma sicuri di aver fatto la cosa giusta.
Alle 18 crolliamo addormentati.