Giorno 34 – Via della Plata: Zamora – Fontanillas de Castro
Km tappa 32 – km totali 871 – Passi 1.506.967
Salutiamo Joachim e Frankie, i due hospitaleri di Zamora, scambiandoci i contatti per rivederci in futuro ❤
Anche oggi tappa lunga e nebbia fredda.
Tutto è avvolto da un manto grigio che nasconde il paesaggio. A ogni respiro vediamo la nuvoletta di condensa.
Verso metà tappa rischiamo di perderci. Ad un bivio vediamo frecce a destra. Ma ad uno sguardo attento vediamo delle frecce anche a sinistra, anche se forse un po’ più sbiadite.
Che strada prendere?
Le tracce GPS dicono di andare a sinistra.
Ebbene, ve la racconto con il senno di poi! Info che al bivio non avevamo.
Cinque anni fa hanno costruito un’autostrada che passa proprio qui. Hanno troncato alcune strade e sentieri. In quel momento il cammino è stato deviato, perché avrebbe attrersato più volte l’autostrada.
Le frecce di destra sono quelle del nuovo cammino, che evita l’autostrada.
Le frecce di sinistra sono quelle vecchie, di un cammino che non esiste più.
Le tracce GPS scaricate risalgono a più di cinque anni fa.
Risultato: ome due idioti abbiamo seguito le vecchie tracce, ancora ben marcate!
Peccato che dopo un paio di chilometri la strada finisce e ci si trova su un sentierino largo 50 centimetri. Da un lato la recinzione metallica dell’autostrada e dall’altra gli scavi e una mezza palude. E in mezzo a tutto ciò ancora i mojones con le frecce del cammino 😮
Frecce o no, abbiamo capito di aver sbagliato.
Tornare indietro? Andare avanti e vedere cosa succede?
Andiamo avanti 😣
Il sentierino dura meno di un chilometro e ci ritroviamo nuovamente su una stradina.
Poco avanti un fiume, il ponte dell’autostrada, e (che culo – bisogna ammetterlo) sotto il ponte il sentiero prosegue permettendoci di attraversare l’autostrada, e risalire poco avanti su un altro ponte per attraversare il fiume.
Vai vai vai… ci ricongiungiamo alla nuova traccia e via, proseguiamo tranquilli fino a Fontanillas.
Però, scusate, cancellare le vecchie frecce e togliere i vecchi cartelli, no? 😜
E purtroppo siamo ancora in difficoltà anche con gli alloggi. A Montamarta l’Albergue è chiuso e il successivo è a Fontanillas de Castro, dove c’è un Albergue aperto da pochi mesi, gestito da hospitaleri volontari.
Ebbene… l’albergue è nuovo, ma quando suoniamo il campanello, l’hospitalera – una ragazza basca – è stupita di vederci e vi dice che sono ben 10 giorni che non vede nessuno 😱
Ci invita ad entrare e corre ad accendere il riscaldamento in camera e bagno, dove ad ogni respiro si fanno nuvolette di vapore tanto fa freddo.
Ci spiega che il paese è piccolo e non ci sono negozi, quindi ci pensa lei a fare la cena per tutti. Perché, sì, c’è la cucina ma solo lei è autorizzata ad usarla 😒
È così chiacchierona che non ci lascia neanche il tempo per aprire bocca e dire che vorremmo andare a fare la doccia 😱 Stiamo seduti vicino al calorifero… e la ascoltiamo raccontarci la sua vita.
Il momento più traumatico è la cena 😂
Una zuppetta con brodo, una patata, un mezzo di broccolo, un fetta di zucca e mezza carota. Niente pastina, niente pane😱
Considerato che abbiamo fatto colazione ma poi per pranzo non abbiamo trovato nulla di aperto per comprare qualcosa… questo brodino non riempie neanche lontanamente il buco nello stomaco. Il mio no di sicuro, figuriamoci quello di Marco 😂
Vedo il suo sguardo che sembra dire “ho fame”😱.
Forse qui abbiamo sbagliato. Avremmo dovuto chiedere all’hospitalera del pane per esempio. Invece lei continua a chiacchierare senza sosta e dopo il brodo inizia a sparecchiare, e noi restiamo in silenzio ad ascoltarla😱
Va bene pasto povero e leggero… ma questo era quasi inesistente 😜
Con fatica verso le nove riusciamo ad interromperla e dirle che vorremo andare a dormire. La camera è ancora gelida… ma per fortuna abbiamo i sacchi a pelo pesanti per scaldarci. Che giornata 😣
PS: nel mio quaderno degli appunti ho aggiunto una nota. Quando questa estate sarò hospitalera a Valpromaro, ricordati di chiedere sempre ai pellegrini se hanno ancora fame e se vogliono ancora un po’ di cibo 😂