Oggi ci aspetta una tappa lunga, con un passo a 2800 metri, dove temiamo di trovare neve.
Per i primi chilometri il sentiero sale in modo graduale, sempre in un paesaggio lunare, fatto di dune di sabbia bianca.
Spesso è difficile seguire il sentiero in questo terreno sabbioso. Il GPS è fondamentale per capire dove andare e verificare di essere sulla traccia corretta.
Man mano che avanziamo iniziamo ad incontrate le prime chiazze di neve, che si fanno sempre più frequenti e ampie.
Anche oggi il sole è caldissimo. Camminare in t-shirt nella neve e sudare sembra quasi incredibile 😃
Continuiamo a salire e il paesaggio pian piano cambia. Aumentano le zone innevate. Il bianco della neve si mischia con il bianco della sabbia bianca. Bellissimo.
Però siamo anche un po’ preoccupati. La neve sta coprendo completamente le poche tracce del sentiero. Rischiamo di trovarci a dover camminare basandoci esclusivamente su mappe e GPS, senza nessuna traccia sotto i piedi.
Con gran fortuna, a pochi chilometri dal passo incontriamo tre arrieros a cavallo 😃
Ci fermiamo a chiacchierare e chiedere informazioni.
Ci dicono che il passo è completamente coperto dalla neve, ma non è altissima. Si può passare.
Anzi… loro stanno andando nella nostra direzione fino al passo, poi girano verso il Descabezado, mentre noi dobbiamo girare a sinistra.
Ma fino al passo possiamo seguire le loro orme, senza preoccuparci di dove sia il sentiero.
Fantastico 👍
Loro partono e noi li seguiamo. Subito ci distanziano, ma abbiamo le orme da seguire.
Raggiunto il passo siamo ormai con la neve che affonda fino a metà polpaccio. Camminare in queste condizioni è stancante. Procediamo lentamente.
Marco davanti e io dietro che cerco di copiare i suoi passi e mettere i piedi nei buchi fatti da lui nella neve, per evitare la sensazione di sentirmi sprofondare.
Per fortuna dopo meno di un chilometro il livello della neve si abbassa e si prosegue più facilmente.
Nonostante il sole e il cielo incredibilmente blu, c’è un venticello gelido che ci obbliga a mettere la giacca.
Anche oggi il paesaggio è maestoso. Vette innevate ovunque. Essere qui, da soli, quasi a 3000 metri, circondati da questi paesaggi è quasi incredibile.
Mi riempie di una sensazione di felicità e serenità incredibile.
Dopo il passo il sentiero diviene particolarmente complicato e pericoloso.
Si cammina per molti chilometri sul costone di montagne coperte di sabbia. Parte del sentiero, già stretto di suo, è ancora innevato, e rimane poco spazio dove mettere i piedi.
Guardare verso il basso fa paura: la montagna scende in modo particolarmente ripido.
Spesso la sabbia sprofonda sotto i piedi. Da un certo punto di vista e positivo, perché impedisce ai piedi di scivolare oltre, ma la sensazione è strana.
Siamo felici quando finalmente questa parte di sentiero inizia a scendere e ci porta ad un fiume da guadare.
Per fortuna anche questo fiume è particolarmente basso e lo attraversiamo senza problemi 😃
Questa è la giornata dove, secondo i guardaparque non avremmo trovato acqua.
In realtà tutto il percorso è costellato da piccoli ruscelli carichi d’acqua. Anzi, con la neve che si scioglie, intorno ai ruscelli il terreno è spesso estremamente melmoso.
Manca poco, ma il sentiero è sempre più confuso e difficile da seguire.
Finché, poco lontano, vediamo sbuffi di fumo salire dalla terra. Ecco… è lì… siamo arrivati… è il fumo delle Terme di Azufre, dove abbiamo deciso di campeggiare.
Ma le Terme meritano un racconto tutto loro, così come le teste di capra mozzate 😱
A domani 😂