Certe volte sono sorpresa da come coincidenze e casualità ci portino a piacevoli sorprese e incontri.
Da quando siamo in Giordania abbiamo aggiunto contatti locali alla nostra pagina Facebook; molte persone conosciute e altri contatti di amici del Jordan Trail, senza conoscerli personalmente.
L’ultimo giorno di riposo a Karak, dopo aver rinnovato il visto, ero tranquilla in camera a sistemare foto e diari.
Il mio cellulare emette un “bip”. È Eisa, uno dei miei contatti facebook che mi manda un saluto.
Eisa è una guida locale che accompagna gruppi sul Jordan Trail.
Per una questione di tempo è molto raro che io risponda ai saluti di Messanger. Non riesco a seguire tutto… quindi ignoro sempre i saluti.
Ebbene… non so per quale motivo, rispondo al saluto di Eisa e gli scrivo “Ciao! Noi siamo a Karak”.
Pochi secondi ed Eisa mi risponde “Io arrivo a Karak tra circa due ore”.
E ci chiede se può passare a salutarci 😊
Eisa sta accompagnando un gruppo di quattro canadesi sul Jordan Trail. Appena raggiunge Karak passa dal nostro hotel per conoscerci e ci invita a cena, insieme al suo gruppo.
Una piacevole serata insieme a lui e al suo gruppo, durante la quale si hanno lunghe ed interessanti dialoghi sui pro e contro del percorrere il Jordan Trail da soli, in completa autonomia e senza supporto come facciamo noi, oppure guidati e supportati come loro.
Di sicuro camminare senza zaino, senza dover controllare il GPS ogni cinque minuti, non doversi preoccupare di dove trovare acqua o dove recuperare cibo o dove mettere la tenda… tutto ciò ha i suoi “pro”.
Al tempo stesso noi siamo “liberi” di andare al nostro ritmo, fermarci tutte le volte che ci invitano a bere un té e conoscere persone meravigliose, fermarci e mettere la tenda dove vogliamo, fare qualunque deviazione decidiamo di fare…
Noi abbiamo visto il Mar Morto e deciso di deviare e andare a farci un tuffo 😉
Loro lo hanno visto dall’alto… e hanno tirato dritto…
Certo, questa nostra libertà implica che dobbiamo “soffrire” un po’ nel portarci zaini e acqua. Ogni tanto dobbiamo tornare sui nostri passi perché siamo “fuori traccia”… insomma è più difficile… molto più difficile… ma è ciò che a noi piace. Libertà di andare dove vogliamo e modificare i piani strada facendo.
Eppure, parlando con il gruppo ci rendiamo conto che spesso questa libertà e incertezza crea paura. Motivo per cui avere una guida, che indica la strada e si occupa di tutti i problemi logistici, per molti è essenziale e permette di godere maggiormente del cammino.
Insomma… discorsi lunghi e complessi 😊
Due modi diversi di affrontare un “cammino”.
Dopo una deliziosa cena salutiamo Eisa e i canadesi e si torna in camera per preparare gli zaini per domani, mentre loro godranno del loro primo giorno di riposo.
Facile che ci incontreremo ancora nei prossimi giorni 😉