Odio e Amore sulla Milano/Pavia

I piedi fanno male. Percepisco il gonfiore di una vescica sotto la pianta del piede destro.

Siamo al chilometro trenta di trentasei. Gli ultimi interminabili chilometri di una tappa che sembra non finire mai.
Eppure dovremmo ricordare la fatica di questo percorso. È la terza volta in pochi anni che costeggiamo l’interminabile naviglio Pavese che collega Milano con Pavia. Ed ogni volta è una sofferenza.

Cerco di non pensare ai chilometri che mancano.
Porto la mente indietro nel tempo, al 2016, quando percorsi per la prima volta questo cammino. Quell’anno io e Marco eravamo partiti a piedi da casa, a Monasterolo del Castello, con l’obiettivo di raggiungere Santiago de Compostela, per portare i riflettori sulla prevenzione del tumore al seno e raccogliere fondi per l’acquisto di un ecografo per l’ospedale della zona. La “Milano/Pavia” era per noi la tappa numero quattro di ben cento giorni di cammino.

“Marco, ma perché cinque anni fa non eravamo così stanchi? Oggi sembra davvero interminabile” sbotto con tono distrutto dalla fatica.
“Per forza” risponde Marco. “Nel 2016 avevamo diviso questa tappa in due facendo solo sedici chilometri al giorno.”
È strano come i ricordi spesso siano confusi e vaghi e mi fosse dimenticata di questo dettaglio.

Anche oggi, come nel lontano 2016, ad accompagnarci ci sono Marco e Irene, due cari amici. Marco è il vicepresidente dell’associazione “Zero to Wild”, mentre Irene è una famosa influencer nell’ambito canino.


Camminando e chiacchierando con loro la fatica non si sente; vi vediamo una volta l’anno e le cose da raccontarci sono sempre tante.
Il problema è che al chilometro sedici Marco e Irene ci salutano per tornare a Milano, e a noi restano i terribili ultimi sedici chilometri per Pavia.
Siamo a metà tappa.

Il paesaggio è piacevole e armonioso.
Il naviglio con l’acqua che scorre.
I piccoli ponticelli sul fiume.
Le antiche chiuse vinciane.
La gente che pedala veloce e allegra.
I primi papaveri rossi nel mezzo dei campi di grano.
Il sole che scalda l’asfalto e fa sudare i piedi.
Le braccia che già si stanno arrossando sotto il primo sole cocente di giugno. Il sudore salato che scende dalla fronte e fa bruciare gli occhi.
La totale mancanza di ombra.
Il bello e il brutto della tappa Milano/Pavia.
Odio e amore di una tappa bella ma sfinente.

Pensieri positivi e negativi si alternano.
Occhi pieni di meraviglia e sfinimento fisico si uniscono nel desiderio immenso di raggiungere Pavia, togliere gli scarponi e fare una doccia.

“Marco, che scarpe avevamo nel 2019 quando abbiamo fatto questo tragitto la seconda volta? Ti ricordi, insieme al gruppo dei Caminantes? Le scarpe basse, vero? Questa volta con gli scarponi sto impazzendo a camminare sull’asfalto”, brontolo sconsolata.
La mente cerca mille scuse per giustificare la stanchezza. Devo trovare una spiegazione per il dolore ai piedi che provo in questo momento.
Non voglio ammettere che la stanchezza è legata al fatto che da più di un anno siamo fermi e il corpo sembra rifiutarsi di voler ripartire.

Eppure, siamo qui!

Siamo partiti da Milano, con l’intenzione di attraversare gli Appennini e raggiungere Palermo. Un passo dopo l’altro. Con calma, con lentezza, per assaporare i colori, gli odori, i suoni e gli incontri. E anche, un pochino, per sentire il corpo rinascere e ripartire, nonostante la stanchezza e la fatica.

Raggiungiamo Pavia sfiniti.
Ci sediamo di fronte al Duomo, in attesa che Alessandro, il ragazzo che ci ospiterà per la notte, venga a “recuperarci”. E, per la terza volta, osservo il Duomo di Pavia dall’esterno, senza trovare la forza di fare qualche passo in più ed entrare ad ammirare il suo splendore.

Eppure, nonostante la fatica e la pelle coperta di sudore, io sento che qualcosa sta succedendo. Sento che la vita sta tornando a scorrere. Sento che i pensieri tristi dell’ultimo anno stanno lasciando spazio alla voglia di vivere, di camminare, di esplorare, di scoprire…

…e meravigliarmi davanti agli Appennini che ci aspettano!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

  • Categorie