La sera, stanchi per l’attraversamento dei campi di lava, crolliamo profondamente addormentati prima del tramonto.
Le giornate si sono accorciate molto. Ormai alle 21 c’è buio.
Purtroppo il nostro riposo ha breve durata 😐
Verso mezzanotte ci svegliamo di soprassalto.
“Cos’era? Lo hai sentito anche tu?”
“Si. C’è qualcosa fuori della tenda. Ho sentito un urlo e… senti… ci sono dei rumori 😐”.
Stiamo immobili e silenziosi per alcuni secondi.
Ed ecco che all’improvviso sentiamo un verso animalesco, raccapricciante. È una specie di muggito, ma così acuto e pieno di sofferenza da far accapponare la pelle.
È un misto tra il verso di una mucca e quello di un maiale quando viene ucciso. Spaventoso e pieno di dolore.
Ed è proprio qui fuori dalla tenda 😱
Sentiamo i passi pesanti che si avvicinano.
Panico 😱
Abbiamo messo la tenda in una piccola radura al lato del sentiero, circondati da arbusti.
La “mucca” (se è una mucca, non ne siamo tanto sicuri) è proprio sul sentiero davanti a noi.
E se viene qui? Cosa facciamo? 😱
Pian piano, senza fare rumore, Marco apre leggermente la tenda per cercare di capire cosa stia succedendo.
Ed ecco che l’animale lancia un altro urlo straziante e lentamente si allontana, continuando con il suo muggito di terrore.
Che cosa stava succedendo?
Non ne abbiamo idea 😐
Una mucca attaccata da un puma? Non so neanche se ci sono puma qui, e tanto meno se i puma attaccano le mucche 😐
Una mucca ferita, in terribile sofferenza? Oppure stava partorendo? 😐
Oppure il verso di una mucca, o un toro 😱, in calore? Non abbiamo neanche idea se possa essere un’ipotesi plausibile.
O una mucca che ha perso il suo cucciolo e lo chiama?
Non ne abbiamo idea.
Fatto sta che continuiamo a sentire questo verso straziante per più di un’ora. Fortunatamente sempre più lontano e leggero, ma presente. Vengono i brividi solo a pensarci.
Inutile dirlo: la notte non chiudiamo occhio.
La mattina ci alziamo con la vallata sotto di noi coperta di nebbia. Un’umidità incredibile ricopre la tenda.
Fa freddo. Finché il sole non si alza, la temperatura resta gelida.
Controlliamo le orme nel terreno a pochi passi dalla tenda. Sembrano quelli di una mucca.
Chissà… non sapremo mai il perché di quei versi 😐
La giornata di oggi è caratterizzata dalla polvere.
Polvere, polvere e ancora polvere.
Camminiamo tutto il giorno in un sentiero pieno di terra secca e polverosa.
I piedi affondano, come in spiaggia. E ad ogni passo si solleva un immenso polverone.
Il paesaggio è bello. Montagne e araucania.
Assomiglia molto ai nostri paesaggi alpini. Se al posto dell’araucaria mettessimo dei pini, potremmo essere in Italia.
E mentre camminiamo, continuo a fermarmi a raccogliere piñones. Alla fine della giornata il mio zaino pesa due chili in più. O forse anche tre 😂
Ma come resistere?
Nel tardo pomeriggio arriviamo al limite nord del parco nazionale, dove si trovano gli uffici dei guardaparque di CONAF.
Ci aspettavamo di trovare qualcuno, a cui chiedere informazioni sul proseguio del sentiero.
Invece l’ufficio è chiuso. Non c’è nessuno.
Montiamo la tenda, facciamo il bucato, tentiamo di lavare via tutta la polvere da corpo, vestiti e scarpe. C’è polvere ovunque.
E la sera, in una zona autorizzata per fare fuoco, proviamo i piñones alla brace.
Per fortuna questa notte la zona camping è recintata. Possiamo dormire sonni tranquilli.
Nessuna visita da parte della “mucca pazza” 😂