Un’ultima foto alle rovine di Pella e si riparte, riposati e freschi. Anche se la frescura dura poco 😂
Attraversiamo numerosi wadi (letti di fiume) e spesso li seguiamo per chilometri.
Spesso incrociamo pastori che portano capre e pecore al pascolo, alla ricerca di un po’ di verde da brucare.
Il “problema” sono i cani dei pastori, che appena sentono arrivare qualcuno iniziano a ringhiare e bloccare il cammino. No, non sono piacevoli. 😕
Quando il pastore è nelle vicinanze li richiama e subito si calmano. Il problema è quando il pastore è lontano. In quel caso, un passo alla volta si avanza, senza movimenti bruschi, sperando di non innervosirli troppo.
Oggi siamo fortunati. I due pastori sono seduti nel wadi a preparare un té, e ci invitano a condividerlo con loro.
È incredibile la carica che fornisce una tazza di té bello zuccherato bevuto all’ombra di una quercia 😊
Raggiungiamo Beit Idis. Pochi chilometri fuori dal paese la mappa indica una zona dove campeggiare. Quella è la nostra destinazione.
Ma il destino ha in serbo una serata diversa per noi 😊
Incrociamo un furgoncino. Si ferma e un signore anziano ci saluta e ci chiede di dove siamo.
“Siamo Italiani” rispondiamo.
Gli si illuminano gli occhi. “Italiani? Io lavoravo in Libia per un’azienda italiana di Milano. Sono cuoco e tutti i giorni cucinavo ravioli, spaghetti e “maccheronia”!! Benvenuti in Giordania. Venite a pranzo da me!”
Ha un entusiasmo così travolgente ed è così felice di averci incontrato…
Scopriamo che ha ben ottant’anni. Recupera le lettere di raccomandazione che l’azienda italiana gli ha rilasciato nel lontano 1969, tutto dattiloscritto a macchina in italiano.
Ci presenta le sue due mogli, i figli, i nipoti… quasi tutti con nomi biblici: Noe, Adam, Sara, Maria,…
Quando cerchiamo di andarcene, spiegandogli che abbiamo ancora un po’ di chilometri da fare e non vogliamo camminare al buio, lui ci dice che non possiamo assolutamente campeggiare li. Ci sono serpenti, lupi (?… fa il verso del lupo) e cinghiali (?… fa il verso del maiale e indica le zanne).
No no… dobbiamo dormiamo da lui, ci dice. Sarebbe troppo pericoloso se ci lasciasse andare.
Con un inglese basico, fatto di frasi senza verbi e senza grammatica, si parla di religione, di conquiste romane e di ravioli, “maccheronia” e pizza 😂
La moglie più anziana vive nella casa a fianco, mentre la moglie più giovane vive qui con lui, insieme ai figli minori. Continua a portarci cibo. Té, caffe, succo, noccioline…. Stiamo per andare a dormire e ancora ci chiede se vogliamo qualcosa da mangiare 😃
Appena il padre va a dormire scopriamo che i figli più giovani, di 13 e 15 anni parlano un po’ di inglese, ma non osavano interrompere il monologo del padre.
Sono affascinati da noi, tanto quanto noi siamo affascinati da loro 😊