Fiumi… fiumi… e ancora fiumi 😱

La notte piove ancora.

La mattina ci rintaniamo nel piccolo rifugio per fare colazione e aspettare che la pioggia smetta.
Il cielo è coperto con grossi nuvoloni, ma solo poche goccioline di pioggia. Decidiamo di partire.

Dalle montagne di roccia scendono piccoli fiumiciattoli e cascatelle di acqua che la sera prima non c’erano.
Con le nuvole e il vento il paesaggio sembra ancora più remoto e selvaggio.

Ieri sera al rifugio è arrivato un altro ragazzo cileno, Andres, un po’ fuori di testa 😱Ha attraversato i fiumi da solo. E oggi vuole fare una deviazione e attraversare i ghiacciai. Senza picozze o ramponi 😱Pazzo 😱

Percorriamo insieme i primi chilometri della giornata.
Subito iniziano i guadi del fiume. È sempre lo stesso fiume, immenso, che si dirama in tanti rami.
Su un lato c’è un bosco fittissimo e non ci sono alternative se non camminare nel letto del fiume e continuare ad attraversare i suoi rami.
L’acqua è gelida.

Dopo un paio di chilometri il sentiero prosegue fuori dal fiume. Decidiamo di rimetterci gli scarponi per evitare di farci male. I sandali vanno bene per attraversare i fiumi, ma per camminare non sono la scelta migliore.

Circa un chilometro dopo aver rimesso gli scarponi, il sentiero esce dal bosco e ci troviamo con un altro guado 😡 Nessuno di noi ha voglia di rimettere i sandali.
Andres suggerisce di seguire una “traccia” nel bosco e proseguire all’asciutto, evitando così di tornare nel fiume.

Riusciamo a seguire la traccia per un po’, ma poi il sentiero si perde. Cerchiamo di proseguire comunque, costeggiando il fiume, ma il bosco diventa sempre più fitto, con cespugli spinosi e densi. Proseguire è impossibile 😐
Dobbiamo tornare indietro, e anche questo non è facile.

Abbiamo sprecato un’ora e un sacco di energie, e alla fine siamo obbligati a togliere gli scarponi, rimettere i sandali, e guadare.
E per la successiva mezz’ora proseguiamo con i piedi in acqua e vari guadi relativamente facili.

Salutiamo Andres, che prosegue verso i ghiacciai, mentre noi e Felipe abbandoniamo il letto del fiume e saliamo verso la montagna per scollinare nella vallata successiva.
Con Felipe abbiamo creato un buon gruppo. Abbiamo un passo simile e siamo tutti e tre cauti nelle decisioni da prendere.

Dopo la salita, ecco la discesa sulla Valle Aviles.
Ogni volta che passiamo in una nuova valle il paesaggio cambia, è completamente diverso.

Appena raggiungiamo la base della valle abbiamo un grosso fiume da attraversare, ma riusciamo a trovare un punto dove la corrente è meno forte e passiamo senza grosse difficoltà.
Dalle informazioni che abbiamo manca un solo guado, il più difficile. E siamo un po’ preoccupati 😐

Proseguiamo con i sandali per vari chilometri, ed ecco il fiume. Il fiume non è molto largo, ma scende con una corrente molto forte.
Costeggiamo il fiume per svariati metri, alla ricerca di un punto adeguato per guadare, ma la corrente è forte ovunque.
Alla fine decidiamo di guadare in un punto in cui il fiume si divide in quattro bracci.
I primi tre li passiamo senza grosse difficoltà, ma l’ultimo pezzo è terribile.
Saranno cinque metri, non di più, ma la corrente è così forte che non riusciamo ad avanzare.
L’acqua arriva alla vita, e ogni volta che sollevo la gamba per fare un passo la corrente mi spinge la gamba indietro. Non ci riesco 😱
Ad un certo punto barcolliamo così forte che stiamo per cadere in acqua; non so come riusciamo a recuperare l’equilibrio e con un ultimo sforzo raggiungere la riva.
Che fatica 😌

Stiamo ancora riflettendo e parlando tra di noi di quest’ultimo guado, ed ecco che incontriamo un altro fiumiciattolo.
Acqua cristallina che arriverà massimo alla caviglia. Un rigagnolo praticamente!!! E… cosa c’è per attraversare???
Un ponte!!!
Qui metti il ponte e sul guado pericoloso no? Ridicolo 😐

Siamo abbastanza stanchi e non vediamo l’ora di arrivare al prossimo rifugio. Sulla mappa è indicato a pochi chilometri.
Purtroppo, quando arriviamo abbiamo una spiacevole sorpresa: del rifugio rimangono solo le rovine 😱
È tutto crollato. Non c’è nessun modo di usufruire di un riparo. Inoltre il terreno è in pendenza e non c’è posto dove mettere la tenda.
Non ci rimane che proseguire e trovare un luogo per campeggiare.

Un piccola pausa e si riparte 😊
Il sentiero è un costante “sali e scendi” e solo sei chilometri dopo troviamo una zona adatta per mettere la tenda.
Siamo stanchissimi 😌

Cuciniamo rapidamente qualcosa e prima del tramonto siamo tutti e tre in tenda a dormire 😊

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