Fattori di rischio e Prevenzione (parte 2)

Come prevenire?

Le vittime del cancro, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono in continua crescita, tanto che si stima che nel 2030 supereranno gli 11 milioni e che, in generale, il cancro sarà la causa principale di tutti i decessi. Si stima però che il 40 per cento dei tumori potrebbe essere prevenuto adottando stili di vita corretti (smettere di fumare, alimentarsi in modo sano ed equilibrato) e sottoponendosi con regolarità a visite ed esami di diagnosi precoce.

Che cos’è un Fattore di Rischio?

Il fattore di rischio è tutto ciò che può andare a incidere o a modulare lo sviluppo del cancro. Esistono due diversi tipi di fattori di rischio, ovvero quelli modificabili (comportamento e ambiente) e quelli non modificabili (età, sesso, patrimonio genetico). Gli effetti di tali fattori dipendono da molte variabili tra le quali: durata e tipo di esposizione al rischio o effetto combinato di due o più fattori.

Come si identificano i Fattore di Rischio?

Ci sono varie metodologie che permettono di classificare una sostanza o un comportamento come un fattore di rischio: si va dagli esperimenti molecolari, che mirano a individuare un’alterazione genetica, agli studi epidemiologici che valutano come i fattori che riguardano lo stile di vita o l’ambiente siano correlati all’insorgenza di particolari tumori.

Interazione tra Fattori di Rischio Genetici e Ambientali

In base ai dati più recenti, risulta chiaro che in quasi tutti i tumori è possibile individuare un’alterazione del DNA che svolge un ruolo di primo piano nell’insorgenza della malattia, ma in genere fattori ambientali cooperano con quelli genetici nei fenomeni di inizio e propagazione del cancro. Sono stati creati dei modelli matematici che stabiliscono il rischio di cancro basandosi sulla presenza o sull’assenza di uno o più fattori di rischio e sull’interazione tra di essi. Nello specifico, i modelli definiscono se un individuo è ad alto o basso rischio di tumore, ma precisano anche che non necessariamente un soggetto che ha un rischio alto svilupperà la malattia e allo stesso tempo non escludono la possibilità che chi ha un rischio basso possa essere colpito da tumore.

Prevenzione: perché?

L’obiettivo finale dell’individuazione e del controllo dei fattori di rischio è la riduzione del rischio e quindi della mortalità o perlomeno del rischio di sviluppare il cancro, ma poiché lo sviluppo del cancro copre spesso un arco temporale molto lungo (anche decine di anni), è importante individuare degli obiettivi intermedi (per esempio eventuali lesioni precancerose).

I ruolo dei biomarcatori

I cosiddetti biomarcatori, o semplicemente marcatori, fanno parte dei nuovi strumenti per determinare il rischio tumorale: si tratta di molecole che, se presenti o assenti nel sangue, permettono di capire se una persona è o no a rischio di sviluppare un determinato tipo di tumore. In alcuni casi consentono anche di stabilire la risposta alla terapia o la progressione della malattia. Tra i biomarcatori più noti si possono citare il PSA (antigene specifico prostatico) per il tumore della prostata, che è presente a livelli elevati nei tumori prostatici (ma anche nelle ipertrofie benigne della prostata) e i recettori per gli estrogeni per il tumore del seno, che forniscono indicazioni utili in termini di prognosi e scelta della terapia.

Programmi di Prevenzione

La prevenzione può essere attuata praticando diverse strade:

  • modifiche negli stili di vita;
  • screening per individuare predisposizioni genetiche ereditarie (per fortuna piuttosto rare) o lesioni cancerose allo stadio iniziale attraverso controlli medici periodici, effettuandoli anche in età giovanile.

L’importanza degli SCREENING sta nella possibilità di individuare gli stadi iniziali di una malattia in persone che non hanno sintomi.

QUINDI È FACILE DA RICORDARE:  PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE!

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