Ed eccoci a Dana Ci prendiamo una giornata di riposo a Ma’tan, in un piccolo ecolodge a fianco di vecchie rovine ottomane.
Grazie a fondi olandesi e americani, un team di archeologi e architetti stanno recuperando queste rovine, ricostruendo alcune delle abitazioni cercando di mantenere intatta l’architettura del villaggio.
La mattina partiamo per l’ultima tappa della Sezione 6 del Jordan Trail, che ci porterà a Dana.
Il sentiero inizia con una discesa impegnativa, seguendo una “vecchia mulattiera” (così dicono le note del Jordan Trail). Riusciamo a seguire la mulattiera per circa 200 metri… poi sparisce. Solo rocce sciolte, alta pendenza, e la traccia GPS a indicare la via.
Tre passi avanti e due indietro. È difficile capire dove andare per evitare di trovarci in punti in cui la discesa è impossibile. È complesso. Molto complesso 😕
La discesa è allietata da un simpatico “compagno di viaggio”: un asino 😂
Il povero asinello si è perso, e quando ci vede inizia a seguirci. Rimane sempre tre passi dietro di noi.
Quando noi ci fermiamo, lui si ferma.
Quando noi ripartiamo, lui riparte.
Ci accompagna fin quasi a fondo valle. Purtroppo c’è un passaggio alquanto complesso, nel quale dobbiamo calarci facendoci scivolare sulle rocce. E il povero asinello non ce la fa. Rimane bloccato in alto.
Mentre noi ci allontaniamo, inizia a ragliare disperato. Un verso che strappa il cuore… ma non sappiamo davvero come aiutarlo 😢
Con un po’ di fatica arriviamo in fondo al canyon. Alte pareti di roccia levigate dall’acqua che si innalzano maestose, e uno stretto passaggio nel mezzo.
Imponente.
Qualche foto …e via.
Con le recenti alluvioni, l’idea di stare a lungo in mezzo a questo wadi non mi attrae. Bello ma spaventoso al tempo stesso.
Usciti dal wadi inizia la salita. Lunga ma graduale.
Quando mancano ormai pochi chilometri a Dana incontriamo nuovamente il gruppo di canadesi con la loro guida. Oggi sono solo in tre, perché la moglie di Patrick ha un serio problema al ginocchio e non può camminare. Eisa l’ha quindi portata in ospedale per un controllo.
All’improvviso ecco davanti a noi Dana e la sua magnifica vallata.
È qualcosa di primordiale. La valle sembra estendersi all’infinito, con strane formazioni rosse e rosate ai lati, con una leggera nebbiolina ad avvolgerla.
Ti attrae, ti chiama. Hai voglia di entrare nella valle. Ti vuoi avvicinare. È come se la valle ti chiamasse e tu dovessi avvicinarti. Ha un effetto magnetico ed ipnotico incredibile.
Lí, in cima alla vallata, c’è il piccolo paesino di Dana, con i suoi hotel e pulmini di turisti ad ammirare la vallata.
E qui ci scontriamo con un grosso problema….