Si parte per la discesa verso Wadi Hidan, il secondo dei tre Wadi. Discesa facile perché segue un vecchio sentiero abbandonato e quindi non serve controllare il GPS ogni cinque minuti. Quasi rilassante seguire un trail e sapere dove stiamo andando 😉
Il fondo del canyon è molto ampio e coltivato, con varie tende beduine sparpagliate nella valle.
Mentre iniziamo la salita per uscire dal canyon veniamo chiamati a bere il té. È sempre difficile rifiutare.
Ci troviamo così seduti sotto una tenda con questa simpatica famiglia composta dal capofamiglia, moglie e quattro figli. L’altra moglie e gli altri figli vivono a Karak.
Poche parole di inglese, ma abbastanza per dialogare e scherzare 😊
Sono solo le 11, ma già insistono affinché ci fermiamo a dormire qui con loro.
“Siii… dormire qui!! E intanto andiamo a cercare l’oro 😉” ci dice il beduino.
“L’oro?” spesso non siamo sicuri di capire bene cosa ci viene detto 😕
“Si, si, l’oro. Gold. Oro” ci ripete. “Andiamo al Wadi Hidan e cerchiamo l’oro.”
Ci spiega che qualcuno ha trovato una cassetta con dell’oro… e possiamo andare tutti insieme a cercare l’oro… e poi dormire da loro.
Ragazzi… non arriveremo mai ad Aqaba se ci mettiamo anche a fare i cercatori d’oro 😂
E nel frattempo continuano a riempirci il bicchiere del té.
È ormai mezzogiorno passato quando riusciamo a ripartire, con tutta la salita ad attenderci per uscire dal canyon. Per fortuna che il caldo massacrante dei primi giorni è passato ed ora le temperature sono più tollerabili. Anzi… all’ombra (quando la si trova) fa quasi freschino 😊
Questo ci permette di camminare anche nelle ore centrali del giorno e completare le tappe, altrimenti con tutte le pause per bere té e caffè non ce la faremmo mai.
La salita è infame, ma gestibile.
Nessuna traccia da seguire, se non il GPS, con giri che a volte sembrano incomprensibili.
Arrivati in cima si ha una bellissima vista delle vallate circostanti, che si estendono all’infinito.
In lontananza vediamo anche grossi nuvoloni avvicinarsi.
Le previsioni meteo danno temporali e pioggia per i prossimi giorni. Sembra che negli ultimi anni le piogge inizino sempre prima, con temporali improvvisi e violenti.
Veniamo accolti dal sindaco dal piccolo paesino dove abbiamo deviato per rifornirci di acqua.
Nel frattempo si alza un vento freddo e intenso, e siamo invitati a restare per la notte.
La figlia, una bimba di 13 anni, è affascinata da noi. Non ci stacca gli occhi di dosso. Parla un inglese minimale, ma fa uno sforzo incredibile per usare il vocabolario basico appreso a scuola e comunicare.
Poi si lancia in un disegno della vallata, con noi, i nostri zaini e i nostri bastoncini da trekking… e ce lo regala 😊
La serata è allietata dal nonno ottantenne, beduino, che ancora porta al pascolo le capre, e ci intrattiene con la musica di uno strumento simile ad una chitarra, fatta da una singola corda di coda di cavallo.
Anche oggi crolliamo addormentati. Stanchi, ma felici e sereni.