Chernobyl – 26 aprile 1986

Cernobyl, cittadina della Russia settentrionale, divenne tristemente famosa in tutto il mondo dopo il 26 aprile del 1986 quando, durante l’esecuzione di un test nella locale centrale elettronucleare, nel corso di una simulazione di guasto al sistema di raffreddamento, le barre di uranio del nocciolo del reattore nucleare si surriscaldarono fino alla fusione, con due conseguenti esplosioni, che fecero scoperchiare la copertura e disperdere nell’atmosfera grandi quantità di vapore contenente particelle radioattive. L’incidente fu dovuto a gravissimi errori umani del personale, dei dirigenti e dei progettatori. Le particelle nucleari si diffusero ben 400 volte più delle radiazioni della bomba di Hiroshima. Gli stati più colpiti furono la Bielorussia e l’Ucraina, ma la nube tossica si allargò a buona parte dell’Europa, arrivando fino in Irlanda.

I morti furono 56, ma il calcolo delle vittime che persero la vita nel corso degli anni è inestimabile, si parla di almeno 4.000 casi di cancro accertato, ma il numero potrebbe essere nettamente superiore. I danni per la salute pubblica sono così ingenti da non essere in alcun modo calcolabili con certezza. Oggi la zona è completamente disabitata e per un raggio di 30 chilometri dalla centrale nucleare non c’è più nulla, sebbene nell’immediato alcuni abitanti tornarono nelle proprie case con la volontà di ripopolare la sfortunata area. Missione, questa, quasi impossibile dato che enormi quantità di materiale nucleare sono rimasti “bloccati” e hanno avviato un processo di decomposizione che continua a preoccupare non poco.

https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Černobyl%27

 

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