La mattina ci svegliamo circondati da un paesaggio bellissimo. Ampie vallate, montagne senza vegetazione con strane formazioni rocciose, colori che vanno dal rosso al dorato.
La strada è facile e man mano che procediamo le montagne si avvicinano.
Quando raggiungiamo l’entrata ufficiale del Parco Nazionale, il ranger di Conaf ci fornisce tantissime informazioni dettagliate sui primi 50 km di sentiero.
La parte preoccupante di tutte queste informazioni riguarda i fiumi. Ce ne sono a decine e alcuni particolarmente complessi. Speriamo bene 😐
Si parte!
Si comincia subito con una bella vista del Lago Jeinimeni. Acqua dal colore azzurro intenso circondata da montagne. Costeggiamo il lago per vari chilometri e subito dopo ecco la Laguna Esmeralda, una piccola laguna blu 😊
E qui inizia la parte complicata. I fiumi.
Al primo fiume ci togliamo le scarpe, le apprendiamo allo zaino, ci mettiamo i sandali e iniziamo ad attraversare il fiume.
L’acqua arriva sotto il ginocchio e la corrente e bassissima. Lo attraversiamo senza difficoltà.
La stessa cosa con il secondo e il terzo fiume.
Il problema è il quarto fiume 😐
È molto largo e turbolento.
Dalla sponda non riusciamo a vedere la profondità della seconda parte del fiume.
Iniziamo ad attraversare… fino a metà fiume tutto va bene, ma dopo pochi metri iniziano i problemi. L’acqua si fa più profonda e la corrente aumenta.
Non sappiamo se ce la possiamo fare o se sia troppo pericoloso.
Abbiamo pochissima esperienza per quanto riguarda i guadi di fiumi, e facciamo fatica a valutare la pericolosità o difficoltà di un fiume.
Felipe, che fa parte di un club andino e sta facendo corsi di alpinismo, ci dice che l’acqua fino alle cosce non dovrebbe essere un problema.
Dal momento che siamo in tre, ci spiega come metterci in posizione, per attraversare tutti e tre uniti e aggrappati l’un l’altro, in modo da sostenerci l’un l’altro e fare una barriera unica contro la corrente.
L’acqua mi arriva praticamente sotto il sedere. Ma il problema è la corrente, che è così forte che fatico a stare in piedi. Per fortuna io sono in mezzo e ho l’appoggio di Marco e Felipe.
Pochi minuti dopo raggiungiamo l’altra sponda del fiume 😊
Complicato 😐
Un altro paio di chilometri e iniziamo a cercare il bivio per la zona dove campeggiare, dove dovrebbe esserci anche un rifugio con tavoli, panche e zona per fare il fuoco.
Cerca… cerca… non troviamo nessun bivio e nessun cartello. Per fortuna con il GPS riusciamo a capire dove andare e raggiungere il rifugio.
Più che un rifugio è una tettoia. Abbastanza per proteggerci dell’eventuale pioggia. E proprio qui davanti c’è il Lago Verde. Un bel lago dal colore azzurro… non verde 😂
E per finire, un nuovo incontro: niente tafani qui… qui abbiamo l’invasione delle zanzare 😱
Un’assalto in piena regola 😱Aiutoooooo 😱
Appena finiamo di cenare ci rintaniamo nella tenda, protetti da vento e zanzare.