La peggior scoperta del giorno è che non ci possiamo fidarci delle mappe che abbiamo.
Abbiamo una mappa cartacea e due mappe sul GPS… e nessuna è corretta o aggiornata 😰
La mattina partiamo e per evitare la strada principale seguiamo una strada di terra battuta. Dopo circa quattro chilometri la strada finisce contro un cancello chiuso con un lucchetto, e dall’altra parte non c’è più nessuna strada.
Ovviamente non c’è nessuno nei dintorni a cui chiedere info.
Controlliamo la mappa e la nostra posizione. Siamo sulla strada giusta… Ma la strada non c’è 😱
Dopo lo “scherzo” del sentiero inesistente di qualche giorno fa… ci risiamo!!! Ci tocca tornate indietro e metterci sulla strada principale.
Cammina cammina… finalmente troviamo una strada secondaria, larga, di sassi e terra battuta, dove di tanto in tanto passa qualche macchina (a rassicurarci del fatto che questa strada vada da qualche parte e non finisca anche lei nel nulla 😌).
Il paesaggio ricorda tantissimo le mesetas spagnole del Cammino di Santiago. Una strada dritta e polverosa, che prosegue per km e km… con lo stesso vento fortissimo. E intorno, una pianura infinita, di tanto in tanto interrotta da piccoli boschetti.
Ma anche in mezzo a queste distese si nascondono piccole meraviglie e sorprese. Una “castorera”, ovvero una diga di castori 😍
Che cosa incredibile il lavoro che fanno questi piccoli animali. Abbattendo alberi e lavorando con il fango, riescono a bloccare e deviare il corso di fiumi!
Avevamo già visto le dighe qualche giorno fa, quando eravamo persi nelle torbiere, ma eravamo troppi impegnati fisicamente a non inciampare o affondare per poterci fermare e ammirarle.
Oggi invece siamo qui molto più tranquilli e ci godiamo lo spettacolo.
In realtà, per quanto belle e impressionanti siano, queste dighe e i castori sono un flagello per queste zone.
I castori si sono riprodotti in numeri così elevati da essere diventati un problema.
Un’altra cosa magica della giornata sono i boschetti con gli alberi coperti da licheni.
“Old man beard” ovvero “barba del vecchio” li chiamano. E, in effetti, questi licheni che coprono e cadono dai rami e tronchi degli alberi sembrano veramente una barba.
L’effetto generale che creano è quello di un bosco innevato, quasi fatato, dove ci si aspetta di veder sbucare un piccolo elfo. I prati poi sono coperti dai fiori gialli del tarassaco… ma tanti… tantissimi… Un intero manto fiorito 😍
Starei qui per ore ad ammirare questo paesaggio. Il silenzio totale della zona crea un’atmosfera così irreale da essere indescrivibile.
Verso sera, stanchi e con i piedi doloranti, arriviamo al Laho Yahouin. Un lago immenso con un lontanissimo sfondo di montagne innevate.
Bello, ma ricorda molto i nostri laghi e quindi non ha il fascino che forse potrebbe avere per altri occhi 😄
Qui al lago non siamo soli. Ci sono varie famiglie a fare fuocherelli e grigliate.
Marco, sempre chiacchierone, attacca bottone e… finisce che ci invitano a mangiare un po’ di “asado” con loro.
Ancora 😱😱😱
E noi nello zaino ci stiamo portando cibo che dovrebbe bastare per ben due settimane. Ma se continuano ad invitarci a cena non riusciremo mai a finirlo e alleggerire lo zaino 😛😛
Quando tutta la gente se ne va, Marco continua ad alimentare il fuoco e campeggiano per la notte in riva al lago 😃