La giornata odierna è difficile. Sono solo 19 chilometri, ma il terreno è complicato. Dobbiamo attraversare i campi di lava del Vulcano Lonquimay.
Camminare sulle rocce laviche è estenuante.
Si procede lentamente; ogni passo è complicato.
Il terreno varia da grossi massi di lava a piccole pietruzze. Si rischia costantemente di cadere o appoggiare male i piedi. Bisogna procedere cauti.
Il sole è cocente e il riflesso sulle pietre nere aumenta il calore. Tutta la traversata è all’aperto, quasi senza ombra e senza un goccio d’acqua.
Ci stiamo portando in spalla quattro litri d’acqua, ma fa così caldo che l’acqua sembra non bastare.
Dalle pietre laviche sale un calore tale che l’aria intorno alle pietre sembra muoversi e prendere vita.
Quando finalmente raggiungiamo il limite di un bosco, con un po’ di ombra, possiamo riposare.
Ma il sentiero si fa ancora più complicato, perché i blocchi di lava si intrecciano con le radici degli alberi.
Camminare in queste situazioni, con uno zaino pesante in spalla, richiede una buona dose di equilibrio.
Il rischio di slogature è alto.
In queste situazioni io sempre ringrazio Lowa per le scarpe che portiamo ai piedi ❤
Usciti dal bosco il sentiero procede nuovamente per i campi di lava.
Il sentiero è ben marcato, ma ci sta facendo fare giri assurdi. Continua a salire, per poi scendere e poi risalire. Non ha senso… avremmo potuto risparmiare tanta energia e fatica seguendo un percorso più rettilineo. È pietra ovunque; questo zig-zag inutile è estenuante.
Ad un certo punto il sentiero ci fa salire a 1900 metri, per poi scendere al valico che si trova a 1780 metri.
Sembra il sentiero tracciato da un ubriaco che vaga a caso nella montagna 😐
Siamo a pezzi. E abbiamo quasi finito l’acqua.
Ogni tanto io approfitto di qualche pausa per fotografare la piante grasse che crescono tra le pietre laviche. È incredibile che qualcosa possa crescere in un terreno tanto arido. Eppure… ci sono fiori che riescono a sopravvivere e donare colore a questi immensi campi di pietre. La natura è meravigliosa in queste piccole cose 😍
Finalmente, dopo ore di cammino, raggiungiamo il punto in cui la mappa indica che il sentiero incontra una strada.
In realtà la “strada” è poco più di un sentiero, che pian piano peggiora fino a raggiungere un punto in cui la strada è franata, permettendo il passaggio solo a piedi.
E qui ricominciano gli alberi di araucania, e finalmente un po’ di ombra e alcuni ruscelli dove possiamo bere 😌
La mappa indica che qui dovrebbero esserci zone adatte a mettere la tenda, ma il terreno è coperto da frane. Rimangono le rovine di vecchi ponti di legno. Zone che una volta erano pianeggianti ora sono sommerse da rocce e sabbia. C’è polvere ovunque.
Con fatica riusciamo a trovare un’area pianeggiante dove mettere la tenda.
Marco non si sente molto bene. Non capiamo se è stanchezza, una leggera disidratazione, oppure l’inizio di qualche malanno.
Una cena leggera… un’aspirina… e ci buttiamo nella tenda a riposare.
Ma… non sarà una notte tranquilla 😂
Per la prima volta in tanti mesi avremo un po’ di “timore” a dormire in tenda 😐
Domani vi racconto 😘