Dopo una bella dormita (alle 21 già stavamo russando 😀) , ci svegliamo carichi e pronti per partire.
Zaino in spalla, bastoncini da trekking pronti, allacciamo le scarpe e iniziamo a camminare.
Dopo pochi km di strada, per raggiungere il sentiero, incontriamo due ragazzi belgi che stanno per fare la prima parte di sentiero in comune con noi.
Il primo pezzo di sentiero è in un bosco pieno di fango, finché all’improvviso il bosco si apre e abbiamo la prima vista delle montagne e delle vallate che attraverseremo nei prossimi giorni.
Che spettacolo!! 😍😍😍Montagne innevate, valli, fiumi… rimaniamo senza fiato. Incredibile 😍😍😍
Ma da qui iniziano anche le difficoltà.
Il sentiero sparisce!!!
Sulle cartine e sulle mappe GPS è indicato un sentiero… basandoci sul GPS noi siamo sul sentiero!!
Ma la realtà è che sotto i nostri piedi non c’è assolutamente nessun sentiero o traccia 😱
Proseguiamo seguendo le tracce gps nel limite del possibile; il problema è che il terreno è un immenso acquattrino, una infinita torbiera. Mi sfugge il termine esatto, una specie di zona paludosa dove ogni passo va valutato, per evitate di finire con l’acqua fino alle caviglie. Nei punti in cui ci sono arbusti il terreno è leggermente più solido, ma ogni pochi passi dobbiamo fermarci per osservare il terreno e valutare dove proseguire.
Non mi immagino i poveri ragazzi belgi, con le scarpette basse. Hanno dovuto mettersi dei sacchetti di plastica dentro le scarpe per tenere i piedi asciutti.
Anche se noi siamo con l’acqua poco sotto le caviglie, il paesaggio intorno a noi continua a restare incredibile!
Più andiamo avanti e più il terreno diventa difficile. Ci troviamo in zone piene di alberi caduti per il vento e abbattuti dai castori. Scavalcarli e girarci intorno non è facile. Tutto sarebbe meno difficile senza zaino… che invece purtroppo ci pesa e rende instabili.
Ad un certo punto il piede di Marco resta incastrato in una radice e… che volo!!!
Per fortuna ha bloccato la caduta buttandosi di lato, altrimenti avrebbe potuto farsi molto male.
A farsi male invece è il bastoncino da trekking, che si è spezzato 😥 Così, al primo giorno, abbiamo già un pezzo di equipaggiamento fuori uso.
Tronchi, dighe di castori che hanno creato piccoli laghetti che vanno aggirati, torbiere… non è facile. Ci vogliono ore per fare pochi chilometri.
Finalmente troviamo una zona asciutta e riparata dal vento dove fare campo e montare la tenda.
Purifichiamo l’acqua, accendiamo la stufetta e ci prepariamo qualcosa di caldo, prima di crollare addormentati!!
Il paesaggio è incredibile; c’è un piccolo laghetto dove si riflettono le montagne innevate. È meraviglioso!!
Che dire… è stata una giornata intensa… massacrante fisicamente!! 😄
L’errore che abbiamo fatto oggi è stato sottovalutare il percorso. Dal momento che sulle mappe era segnato un sentiero, noi ci aspettavamo un “sentiero”, quantomeno una traccia da seguire. Invece già dal primo giorno non c’era proprio niente da seguire 😱😱 Niente di niente, nel mezzo della natura della Tierra del Fuego 😁😁
Comunque, se guardate le foto vi renderete conto che ne è valsa la pena. 😍😍😍
Noticina finale: una nota di merito oggi va a Lowa per gli scarponcini che ci ha fornito. Insieme alle ghette ci ha permesso di arrivare con i piedi asciutti.
Le scarpe sono infangate e fradice all’esterno, ma dentro sono calde. 😃