Ieri sera, dopo una deliziosa cenetta a casa di Kikka e Pinuccio durante la quale ci siamo gustati il delizioso salme di Varzi (confermo! è davvero molto buono!), ci siamo rilassati, felici della bella giornata.
Verso le 18:30 chiedo a Marco di chiamare l’albergo Capanne di Cosola, per ricordargli che domani arriviamo. Quello è l’unico alloggio sul tragitto, a 1700 metri, al termine di una tappa di montagna.
Quando abbiamo chiamato qualche settimana fa, il proprietario ci aveva detto che in questo periodo l’albergo è chiuso, ma che ci avrebbe comunque dato una stanza.
Ebbene… Il telefono suona ma nessuno risponde. Riproviamo dopo mezz’ora… e dopo mezz’ora ancora… e ancora… ma nessuno risponde.
Stiamo iniziando a preoccuparci. La tappa di domani è dura e arrivati a Capanne di Cosola c’è solo quel l’albergo, non ci sono case o altri abitanti ci dicono. Se arriviamo lì e non c’è nessuno cosa facciamo? Ci dicono anche che a Capanne non c’è segnale telefonico, quindi saremo tagliati fuori.
Quando neanche alle 21 nessuno risponde decidiamo di chiamare una ragazza che ci aveva dato disponibilità di alloggio a casa sua in caso di necessità; il paese dove abita è fuori tratta di molti chilometri, ma quando la chiamiamo con tranquillizza dicendo che se serve puo’ venire lei a prenderci a Capanne e poi riportarci il giorno dopo. Siamo un attimo più tranquilli, se ora del pomeriggio di domani non riusciamo a contattare l’albergatore possiamo contare su questa ragazza.
Andiamo a letto relativamente tranquilli 😊
Una bella dormita rigenerante e il mattino, dopo aver salutato Kikka e i suoi meravigliosi gatti, ci mettiamo in cammino.
Alla partenza c’è con noi Gildo, che già ha camminato con noi ieri, e Pinuccio, marito di Kikka, che ha promesso di accompagnarci per un piccolo pezzetto.
Attraversato il fiume, la strada inizia quasi subito a salire. È un sentiero mooooolto in salita. A tratti è fangoso, a tratti è pieno di massi che distruggono le gambe, a tratti è pieno di foglie… ma mai è piano. Proseguiamo così per due ore, senza tregua. Io e Marco abbiamo il fiatone, mentre Gildo sembra tranquillo, anzi, sembra andare lento solo per stare con noi; da solo sarebbe probabilmente ben più avanti.
Finalmente incontriamoci paesino, l’ ultimo della giornata, poi saremo su sentieri di montagna fuori dal nulla fino a Capanne.
Ci fermiamo per un caffè e tentiamo di chiamare Capanne, ma nessuno ancora risponde.
Il ragazzo del bar, gentilissimo, ci offre il caffè e arriva anche con due fette di torta. Sempre più spesso restiamo stupiti della gentilezza della gente che stiamo incontrando.
Ripartiamo e sappiamo che ci aspettano altre due ore abbondanti di costante salita. Sale, sale, sale, costantemente sale. Altro che “Via del Sale” (nome con cui è conosciuta questa via che collega Varzi con Genova). Probabilmente in passato era chiamata “Via che Sale” e poi nel tempo si è perso il significato originario. Mai visto un sentiero che continua a salire così con tale pendenza!!! Altro che i Pirenei del Cammino Francese, quelli sono una passeggiata al confronto!
È anche vero che la cima più alta che passeremo oggi è a circa 1.700 metri e quindi… la via sale e sale e sale!!
Quando vediamo i rari 50 metri di sentiero pianeggiante (o che sale un po’ meno) sembra di vedere l’oasi nel deserto. Ma è solo un’illusione, 50 metri dopo sale ancora!
A mezzogiorno (siamo partiti alle 7:30) finalmente raggiungiamo Piana delle More. Il pezzo peggiore dovrebbe essere fatto. Mancano ancora parecchi km ma dovrebbe essere un sali/scendi più leggero.
Pranziamo e poi salutiamo Gildo dei Pentauri (chiedete a lui per le origini del nome 😂) che torna a Varzi. E da qui siamo soli…
Siamo partiti con il sole che faceva capolino tra le nuvole, ma è subito sparito e ora siamo nella nebbia completa da ore.
Più proseguiamo e più entriamo nelle nuvole, l’aria è gelida e c’è una pioggerillina ghiacciata che ci accompagna. Per fortuna abbiamo ottime giacche che mantengono il calore e il torace è perfettamente caldo. Siamo probabilmente a zero gradi, ma il vento da una percezione ben peggiore.
Il sentiero è un sali e scendi costante, ma le salite sono più dolci, tranne qualche piccolo strappo di salita pesante.
Ogni volta che il telefonino ricve segnale noi proviamo a chiamare Capanne, suona ma nessuno risponde.
Tra le varie vette che passiamo (ormai siamo sui 1.550 metri e sempre immersi nella nuvole) incontriamo due rifugi di montagna. Sono aperti e perfetti per riposare e toglierci dal vento. C’è adirittura stufa e legna per accendere il fuoco in caso di debba bivaccare qui. Lasciamo una piccola dedica nel libretto degli ospiti del rifugio e ripartiamo. Non manca moltissimo, ma cominciamo ad essere stanchi e il freddo e la nebbia non aiutano. Vediamo a malapena a 30 metri. È tutto immerso nelle nuvole.
Verso le 15 arriviamo al Monte Chiappo, 1.700 metri. Da qui mancano poco più di due km a Capanne e ultimo punto in cui c’è copertura telefonica.
Ovviamente Capanne non risponde. Iniziamo ad essere seriamente preoccupati.
Inoltre siamo infatsiditi perché qui c’è un edificio con scritto “rifugio” ma la porta è chiusa a chiave!!! Questa poteva essere una delle nostre alternative… Stare nel rifiugio, accendere la stufa e passare qui la notte. E invece è chiuso!!!
Prendiamo il telefono è chiamiamo la ragazza che ha proposto di venirci a prendere. Non possiamo rischiare di arrivare a Capanne e trovare l’albergo chiuso! Vorrebbe dire vagare alla ricerca di una rete telefonica, oppure proseguire per qualche km verso il paese più vicino. Non sono lontanissimi, ma quando sei stanco quattro kilometri sono tanti.
Prendiamo quindi il telefono e chiamiamo. E la ragazza di risponde ” si, posso venirvi a prendere, però io finisco di lavorare alle 20 e siccome non guido devo cercare qualcuno che mi accompagni”.
COSA???? MI STAI PRENDENDO IN GIRO????
Ieri mi hai detto che in caso di necessità ci potevi venire a prendere e hai omesso di dirmi che non puoi prima delle 20???? Ma ti rendi anche solo minimamente conto di cosa voglia dire stare fermi ore al freddo con pioggia gelata che ci sbatte contro con un vento fortissimo?
Non la mando a quel paese ma poco ci manca.
Proseguiamo! Arriviamo a Capanne e se è chiuso prepariamoci a farne altri quattro!
Siamo stanchi e ogni passo pesa, ma in questo momento ho una tal rabbia in corpo che vado a passo di marcia.
In una zona di apertura arriva un SMS. È la stessa ragazza che ci manda un SMS per dirci che sua mamma potrebbe venire a prenderci alle 17 ma dobbiamo scendere quattro kilometri a Cosola. Sua mamma ci può aspettare lì perché non ha le catene da neve e quindi non può salire fino a Capanne. Catene da neve???? Ma non c’è nessuna neve!!! Quattro km in macchina sono pochi minuti a piedi è un’ora.
Non so se ridere o piangere!!! Semplicemente pazzesco!!! Non ho parole!!
Proseguiamo, manca poco!!! Poi vediamo di uscire dalla zona di non ricezione di Capanne e una soluzione la troviamo. A quel punto siamo comunque su strada asfaltata, fuori dai sentieri.
L’ultimo chilometro è stancante, forse più psicologicamente che fisicamente.
Lì davanti a noi il sentiero incrocia la strada. Nella nebbia fitta non riusciamo neanche a vedere dove è l’albergo. Mai come oggi sono stata felice di avere un GPS con le tracce del sentiero segnate. Una svolta errate sui sentieri e avrebbe potuto essere un grosso problema!
Ecco l’ albergo. Ci sono due auto parcheggiate davanti. La porta è aperta ma nessuno risponde.
E poi, all’improvviso ecco apparire l’albergatore!!!! Siamo arrivati!!! Stanchissimi, con mani e guance infreddolite, un po’ agitati… ma siamo arrivati 😊
E volete sapere perché non rispondeva al telefono??? Semplicemente perché sa circa otto giorni la sua linea telefonica è guasta e non arriva nessuno a sistemargliela!
Ma peggio ancora, sapete chi entra dalla porta pochi minuti dopo di noi??? Un tecnico telefonico ad aggiustare la linea!!!
Pazzesco!!!
E per finire, in albergo c’è wifi.
Ora siamo in camera, tranquilli, al caldo, con la pancia piena 😊
E per finire…vi ricordate della gattina di ieri?
Ho appena ricevuto un messaggio di Carletto: “Abbiamo riportato la gattina alla signora dell’agriturismo che era in apprensione per la sua Melissa. È stata gentile e ci ha proposto un piatto di cappelletti in brodo per ringraziarci”.
Bene… alla fine tutto si è concluso bene per tutti 😊
News dellangattina
siete fantastici ho fatto i l
siete fantastici io ho fatto da sola il cammino nel2003 con più di qualche acciacco il moto vincente è stato fidati e affidati quando sembrava che mi cadesse il mondo addosso c,era SEMPRE chi in italiano anche se non lo era
mi diceva vengo io l,aiuto io buon cammmino pellegrini
Grande ragazzi!! continuate così!!!
vi seguo passo passo!!!
Ho l’impressione di stare leggendo un libro. Come fate dopo tanta fatica ad avere ancora la forza di raccontarci. Mitici. Un abbraccio.
Bravi, siete magnifici
Dopo tanta fatica avete ancora la forza di raccontare dettagliatamente la tappa del giorno. Mitici. 😊